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Importante: Troppi tumori nel Vallo di Diano

 
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Gyrasole79
Valdianese Convinto
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Iscritto: Mar 10, 2005
Messaggi: 5
Località di residenza: Silla di Sassano

MessaggioInviato: Mar Nov 08, 2005 10:38 am    Oggetto: Importante: Troppi tumori nel Vallo di Diano Rispondi con citazione

Salve a tutti,
nn so se qsto è il luogo giusto per solletikare le vs. menti su argomentazioni piuttosto serie, come il tasso di mortalità per tumori quì nel Vallo di Diano...Avete mai interrogato le vs. menti sul perkè tanti ns. compaesani muoiono per lo stesso male???
Tempo fa, furono scarikate nel sottosuolo valdianese diverse scorie radioattive che negli anni hanno contaminato i ns. sani terreni, la ns. fauna, flora e noi abitanti del suolo...
Ma tutti restano inermi e in silenzio, nessuno vuole parlarne...
Troppa "Omertà"...
Troppa "Ipocrisia"
Troppa "Prevaricazione"
E a noi...kosa resta??? icon_question.gif
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W_la_vraia
Valdianese Convinto
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Iscritto: Oct 20, 2005
Messaggi: 20
Località di residenza: Sant'Arsenio

MessaggioInviato: Mar Nov 08, 2005 10:48 am    Oggetto: verità Rispondi con citazione

Tutto quello che scrivi è vero, la nostra zona ha il + alto tasso di persone colpite da tumori, in vari località del vallo sono state riversate scorie tossiche, ma i comuni promettono, ostentano controlli sui terreni, ma poi alla fine non fanno nulla.
Bisognerebbe sollecitare qualche ente ecologico, più di uno, cioè fare nu BURDELLO.
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Arcadio
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Iscritto: Nov 08, 2005
Messaggi: 36
Località di residenza: Atena Lucana

MessaggioInviato: Mar Nov 08, 2005 3:55 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ciao a tutti ciao.gif

Finalmente qualcuno che rimette in discussione questo problema, speriamo che questa volta magari, non cada come sempre nel dimenticatoio o nel solito fa finta di nulla!

Ho cercato anche un pò su internet materiale sull'argomento, ma non ho trovato un bel niente, tutt'altro, alcuni siti parlano di ricerche ssvolte da varie università, che cercano di capire come mai, la popolazione del parco nazionale del cilento e vallo di diano, sia "particolarmente protetta da malattie cardiovascolari e tumori"; ma credo si riferiscano più al Cilento che al Vallo di Diano!!!!!

Qualcuno ha trovato qualcosa su internet? Ho ha per le mani un dossier tipo x-files?

Fatemi sapere, rispondete.
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Gyrasole79
Valdianese Convinto
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Iscritto: Mar 10, 2005
Messaggi: 5
Località di residenza: Silla di Sassano

MessaggioInviato: Mar Nov 08, 2005 6:13 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ragazzi ke dire...
Possiamo provare a fare delle ricerke per ns conto, analizzando il ns sottosuolo e...
credo ke nessuno ke ne è a konoscenza voglia rivelare la verità per tanti anni infangata kon vergognose bugie, squallidi compromessi e quotidiani imbrogli...io sinceramnte nn so da quali fonti attingere, ma nn voglio restarmene a guardare kme un parassita, nn poxo accettare qsto "OMICIDIO"....
aiutatemi a cercare la verità...
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Arcadio
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Iscritto: Nov 08, 2005
Messaggi: 36
Località di residenza: Atena Lucana

MessaggioInviato: Mer Nov 09, 2005 11:16 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Fare ricerche per conto nostro mi sembra un pò difficile, ma almeno parlarne è già tanto!

Nessuno sa nient'altro in merito?
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Jemmyx
Visitatore





MessaggioInviato: Gio Nov 10, 2005 10:55 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Un amico mi diceva che un pò di anni fa, di notte, ogni tanto si vedevano camion cisterna che scaricavano liquidi nelle campagne tra sant'arsenio e polla.

chissà che c'abbbiamo sotto al culo!!!!
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Gyrasole79
Valdianese Convinto
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Iscritto: Mar 10, 2005
Messaggi: 5
Località di residenza: Silla di Sassano

MessaggioInviato: Sab Nov 12, 2005 5:17 pm    Oggetto: la verità... Rispondi con citazione

La popolazione,noi cittadini tutti, abbiamo il sacrosanto diritto di sapere cosa c'è nel ns. sottosuolo, che cosa c'e in particolare che può nuocere alla salute e compromettere l'ambiente. Perchè il termine rifiuto tossico-nocivo (oggi definito "pericoloso"dal Decreto "Ronchi") è troppo generico e vago. Lo stesso termine "rifiuto radioattivo" deve essere opportunamente specificato. Si è parlato di un aumento non casuale di alcuni tipi di patologie tra le quali anche alcuni tipi di tumori maligni nella ns. zona, nel ns. Vallo di Diano. Pretendiamo analisi scientifiche immediate!

Come si deve difendere la salute della gente e dell'ambiente se non è mai stata condotta un'analisi ecotossicologica, mai un accertamento tecnico, MAI NIENTE DI CONCRETO: SOLO FIUMI DI PAROLE!!!

I contadini di TERRA DI LAVORO possono ancora irrigare i campi con l'acqua di falda?
Mi rivolgo a voi tutti...sopratutto a chi sa: COSA e CHI ha contaminato i nostri terreni,le ns. acque, il ns. ambiente...INFORMATECI, fatevi avanti...
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Gyrasole79
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MessaggioInviato: Lun Nov 21, 2005 4:58 pm    Oggetto: EKOMAFIA Rispondi con citazione

Un affare da 21 mila miliardi l'anno. "Per noi i rifiuti erano oro" ha detto un
pentito. Discariche abusive. Affondamenti sospetti di carrette del mare cariche di
sostanze tossiche.

di Raffaella Galli


Le attività illecite legate allo smaltimento dei rifiuti hanno avuto, negli ultimi anni, un
allarmante sviluppo. E’ il nuovo volto dell’ecomafia che ai profitti derivati
dall’abusivismo edilizio ha affiancato quelli determinati dal traffico illegale di rifiuti.
Secondo Legambiente, che nel gennaio dello scorso anno ha presentato il rapporto
"Le nuove frontiere dell’Ecomafia", l’intero business supera i 21 mila miliardi di lire
all’anno. Un affare davvero remunerativo tanto che, nel corso di un interrogatorio, un
pentito affermò "per noi i rifiuti erano oro". I guadagni legati al traffico dei rifiuti sono,
infatti, paragonabili a quelli derivati dal commercio della droga ma i rischi sono
decisamente inferiori, basti pensare agli scarsi e disattenti controlli e alle inadeguate
misure sanzionatorie.

"Monnezza connection"
Il preoccupante fenomeno ha il suo epicentro nel Mezzogiorno dove si registra il 40
per cento dei 78 mila reati contro l’ambiente denunciati nel triennio ‘94-96. Le regioni
più interessate sono, infatti, la Puglia, la Basilicata, la Sicilia e la Calabria, ma il triste
primato di illegalità ambientali, riferite sia al ciclo dei rifiuti sia a quello del cemento,
spetta alla Campania. Nell’area vesuviana la Guardia di Finanza ha sequestrato un
numero impressionante di discariche abusive, anche di grosse dimensioni (una di
queste presentava un’estensione di ben 4 km e una profondità di 30 m!), utilizzate per
smaltire illegalmente sia i rifiuti urbani che quelli tossico nocivi (che richiederebbero,
invece, specifici trattamenti, da effettuarsi in adeguati impianti, prima del loro
smaltimento). Si tratta, in genere, di discariche illegali realizzate all’interno di ex cave
per l’estrazione, altrettanto illegale, di sabbia e inerti. Il meccanismo è quello
caratteristico del circuito economico dell’ecomafia: parte dal controllo sul territorio e
sulle attività estrattive e conduce alla trasformazione delle cave in discariche per ogni
sorta di rifiuti. E’ evidente come, in relazione alla pericolosità dei rifiuti, sussista un
proporzionale rischio per l’ambiente e la salute pubblica. Emblematico è il caso del
rinvenimento di una discarica abusiva in cui circa 20 mila m3 di rifiuti industriali
tossico nocivi sono stati interrati, senza alcuna precauzione, e ricoperti con un sottile
strato di terreno sopra il quale è stata, in seguito, avviata una coltivazione di ortaggi.
Le analisi chimiche condotte sui vegetali hanno naturalmente accertato la presenza di
elevate concentrazioni di metalli pesanti.

La terra dell’ecomafia
Tra i clan mafiosi delle province di Caserta e Salerno si è diffusa una nuova e
inquietante pratica che consiste nell’ottenere l’autorizzazione alla costruzione di
vasche per l’itticoltura e la lombricoltura, da utilizzare invece come discariche per
liquami fognari e fanghi industriali. Nella provincia di Caserta, che è stata definita dalla
Commissione parlamentare d’inchiesta la "terra dell’ecomafia", si riscontra una delle
realtà più gravi sia dal punto di vista ambientale che sanitario; sono state individuate
diciotto discariche abusive, di rilevanti dimensioni, che erano state utilizzate per lo
smaltimento illegale dei rifiuti nel periodo ’88-93, il quinquennio d’oro dei traffici
Nord-Sud. Una grossa fetta del traffico di rifiuti provenienti dal Nord è destinato
anche alla provincia di Matera, che presenta un territorio particolarmente idoneo a
questo tipo di attività in quanto scarsamente abitato e con numerose vie d’accesso. In
quest’area sono stati riscontrati ripetuti smaltimenti abusivi lungo il fiume Basento, con
conseguenti episodi di morie di pesci, mentre una vicina discarica consortile si trova in
condizioni di semi abbandono! Oltre 30 mila tonnellate di rifiuti tossico nocivi,
provenienti soprattutto dall’Emilia Roma-gna e dal Lazio, sono stati interrati in
numerosi siti di smaltimento abusivo, individuati nella provincia di Bari, secondo le
modalità tipiche delle organizzazioni mafiose: i camion carichi di rifiuti giungono, nelle
ore notturne, in corrispondenza di buche che, dopo essere state riempite, vengono
immediatamente coperte. I fanghi di depurazione e i rifiuti industriali liquidi,
formalmente destinati a inesistenti impianti di depurazione e riciclaggio, sono più
spesso sversati direttamente nel territorio.

I rifiuti del Nord
Se le regioni meridionali sono un terreno fertile per la criminalità organizzata, quello
che accade nelle altre aree settentrionali ha spiegazioni più complesse.
Fino a due anni fa le discariche e gli impianti per la termodistruzione potevano
soddisfare solo i due terzi del fabbisogno.
La spregiudicatezza di alcuni imprenditori e il carente sistema di smaltimento dei rifiuti
industriali ha favorito il dilagare di fenomeni di abusivismo e illecito, realizzati in tutte le
varianti possibili. In Lombardia, le inchieste di Mani Pulite hanno messo allo scoperto
un efficace sistema di corruzione per la realizzazione di discariche. Ma in questa
regione operano prevalentemente, con modalità non sempre legali, società impegnate
nello smaltimento dei rifiuti nel Mezzogiorno. Fra le regioni settentrionali si segnala la
gravità del fenomeno della gestione illecita dei rifiuti in Liguria. Nei dintorni di Alassio,
diverse cave e discariche sono state trasformate in veri e propri cimiteri di rifiuti
tossici. La scoperta più clamorosa è avvenuta in una cava dalla quale sono stati
estratti circa 100 fusti, contenenti 200 litri ciascuno di rifiuti tossico nocivi; considerate
le dimensioni della cava, questo rinvenimento sembra essere solo la cima di un
iceberg! L’interramento risale agli anni ‘82-85 ma i primi sopralluoghi effettuati dai
tecnici della USSL sono giunti solo nel 1992. Nella relazione tecnica si apprende che
i materiali si presentavano accatastati e ricoperti senza alcuna precauzione; dai fusti
lesionati fuoriuscivano sostanze di varia natura, liquidi neri e maleodoranti e notevoli
quantità di medicinali. Un autentico disastro ambientale che mette in luce le
responsabilità delle imprese italiane che, aggirando la legge, prediligono forme di
smaltimento più "facili" ed economicamente convenienti, anche se a scapito
dell’ambiente.

Le "navi a perdere"
Accanto all’incontrollato diffondersi di velenose ferite inferte al suolo si moltiplicano
anche gli episodi di inquinamento delle acque marine. In seguito a numerose denunce
da parte di Legambiente, il Ministero dell’Interno ha condotto recenti indagini su
affondamenti sospetti di navi al largo delle coste ioniche e allo scopo di accertare il
loro eventuale carico di materiale radioattivo. I primi rilevamenti hanno confermato le
ipotesi dal momento che sono stati misurati anomali valori di radioattività nelle acque
circostanti una motonave affondata. Si tratta in genere di vere e proprie "carrette" dei
mari, coperte da premi di assicurazione per incidenti di questo tipo, che consentono
all’organizzazione mafiosa di realizzare un evidente duplice affare! Al largo della costa
salernitana sono state rinvenute, invece, le più tradizionali discariche marine,
determinate dallo scaricamento in mare del pericoloso contenuto delle stive, come
testimoniano i rifiuti che più volte restano impigliati nelle reti utilizzate per la pesca a
strascico. Per cercare di arrestare questi fenomeni malavitosi da più parti si invoca
l’introduzione di più severe sanzioni penali per i reati contro l’ambiente, di strutture
investigative specializzate nella repressione delle frodi ambientali e di una maggiore
responsabilizzazione delle aziende che conferiscono i propri rifiuti alle imprese
smaltitrici.
Intanto il Corpo Forestale dello Stato si appresta a fare un nuovo censimento delle
discariche abusive presenti nel nostro paese con l’aiuto di un sofisticato strumento,
messo a punto dal CNR, che consentirà il rilevamento aereo delle discariche sfuggite
ai controlli da terra e l’individuazione delle zona a rischio.
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Gyrasole79
Valdianese Convinto
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MessaggioInviato: Lun Nov 21, 2005 5:11 pm    Oggetto: PULIAMO IL MONDO..... Rispondi con citazione

OPERAZIONE ARCOBALENO

Il Circolo Picentino O.N.L.U.S., Associazione ambientalista e di volontariato della Protezione Civile ed accreditato presso l’Ufficio Nazionale del Servizio Civile, ancora una volta ha mostrato il proprio impegno circa le problematiche ambientali. E’ partita, pertanto, una vigorosa e capillare azione di controllo del territorio giffonese e non solo, denominata “Operazione Arcobaleno”. numerose sono le attività che essa si propone di svolgere, a partire dal monitoraggio dei bacini idrici presenti sul territorio comunale, difesa del patrimonio forestale, ittico e faunistico, l'applicazione delle norme del "piano di Zonizzazione" previsto dall'Amministrazione Comunale per l'inquinamento acustico la salvaguardia del verde pubblico, l'applicazione delle norme per la salvaguardia del parco dei Monti Picentini ed infine il monitoraggio sui rifiuti, situazione sempre più precaria data l'assenza del sistema di raccolta differenziata, ma soprattutto di una cultura ambientale cittadina. Tale operazione a come fine ultimo, quello di garantire e far restaurare una certa salubrità nel territorio in cui viviamo. Esso si propone, pertanto, di produrre una serie periodica di documenti di valutazione ambietale al fine, in primis, di offrire una panoramica sulla situazione, in seguito, di poter registrare gli interventi, di poter migliorare lo stato delle cose ed, infine, valutare i risultati ottenuti.






MONITORAGGIO

Uno degli scopi statutari del Circolo Picentino O.N.L.U.S. è quello di combattere gli attentati ai delicati equilibri naturali, di operare per la tutela, rispetto e conservazione della flora, della fauna, dei beni paesaggistici e monumentali e per promuovere attività di protezione civile e antincendio boschivo. L’impegno profuso in tale direzione viene portato avanti nell’interesse di tutti, spesso, con l’utilizzo solo delle proprie risorse economiche ed umane, rapportandosi e confrontandosi con tutte le realtà presenti nel territorio interessato dalla sua azione. La politica perseguita dell’associazione è estremamente semplice: creare una risorsa a servizio della collettività, innanzitutto attraverso opere di monitoraggio del territorio e di zone a rischio sversamento rifiuti.Il monitoraggio consiste in attività di presidio periodico di aree soggette a sversamento rifiuti come fiumi,torrenti e zone di montagna, seguite da segnalazioni ad Autorità competenti al fine di rendere nota la presenza delle microdiscariche trovate e di provvedere alla loro rimozione. L’attività di monitoraggio viene effettuata dalle Guardie Giurate Particolari, dai volontari dell’Associazione e dai volontari in servizio civile, che redigono schede segnaletiche con allegate foto e una relazione dettagliata dei percorsi e delle azioni svolte.





A.I.B.

Il Circolo Picentino svolge l’attività di Anti Incendio Boschivo, che comprende l’istituzione di Campagne annuali per prevenire l’insorgere di incendi boschivi. Il compito dei volontari ed, in particolare, delle guardie in possesso di decreto rilasciato dall’autorità competente, sarà quello di assicurare la presenza e il monitoraggio delle zone più a rischio, negli orari più caldi della giornata per prevenire lo scoppio d’incendi. Tale presenza di volontari nelle zone a rischio, di per sé, rappresenterà un deterrente per i male intenzionati e quindi assumere un importante ruolo di prevenzione. L’Associazione, attivandosi con attività di avvistamento, usufruisce di una rete di coordinamento radio e telefonica in modo da far scattare subito l’allarme per l’intervento delle forze di polizia (forestale, carabinieri, polizia municipale, etc). Alla fine di ogni campagna AIB si procede ad un’elaborazione di tutto il materiale raccolto (zone interessate dagli incendi o da monitorare;tipo di vegetazione presente -sterpaglie, bosco, terreno coltivato-;eventuali pericoli presenti nella zona;altre segnalazioni utili) su un supporto telematico, da trasferire alla Forestale, alla Regione Campania, alla Provincia di Salerno e a tutti i parters intervenuti. Inoltre si procede ad un’attenta opera di informazione tra la popolazione per mettere a conoscenza i cittadini dei recapiti dell’Associazione per chiedere un intervento, dei numeri utili da chiamare e di alcune nozioni di prevenzione anti-incendio.





SOCCORSO MONTANO

Il Soccorso Montano, sezione del Circolo Picentino, svolge numerose attività teoriche e pratiche per la realizzazione di escursioni e di interventi di soccorso. I volontari che fanno parte di questa sezione hanno una discreta conoscenza del territorio montano, accompagnata da un attento studio dei percorsi e dei sentieri di montagna, avvalendosi di carte del CAI e soprattutto dell’esperienza escursionistica acquisita tramite le numerose uscite effettuate sul territorio. Importante è l’addestramento dei volontari, sia teorico che pratico, attraverso lezioni, corsi e attività sul posto.





SERVIZIO CITTADINO DI VIABILITA’

L’attività di viabilità del traffico cittadino viene effettuata durantemanifestazioni che si svolgono nel territorio giffonese e non, ove viene esplicitamente richiesto ma anche quando vi è esigenza di servizio. I volontari sono impegnati in servizi di viabilità del traffico, di organizzazione logistica e di servizio pubblico durante feste, concerti e fiere. Molto importanti sono stati i servizi realizzati in occasione dell’ 88° Giro d’Italia e della 35° edizione del Festival del Cinema per ragazzi. Questi due eventi, per la loro importanza e l’interesse che manifestano ogni anno, hanno attirato migliaia di visitatori e turisti ed per questo tanti sono stati gli addetti ai lavori che hanno lavorato e collaborato alla riuscita di questi avvenimenti; compresi i volontari del Circolo Picentino che sono stati impegnati in servizi di viabilità, sicurezza, ordine pubblico, assistenza logistica e personale. I volontari, inoltre, collaborano alla viabilità presso istituti scolastici durante gli orari di entrata ed uscita degli alunni dalle scuole, per migliorare ed assicurare la fruibilità del servizio pubblico dei pullman e della viabilità del traffico.






ESCURSIONI

Un’attività frequente, effettuata spesso dal Circolo Picentino è quella delle escursioni, organizzate per il piacere dei bambini e dei volontari che vi partecipano; infatti immergersi nella natura dei territori che ci appartengono e conoscere le bellezze naturali e paesaggistiche è sempre attività gradita e di notevole interesse.






PROMOZIONE TERRITORIO

Molte sono stati e sono ancora in corso progetti di promozione del territorio, attraverso iniziative di valorizzazione e miglioramento dei beni culturali e paesaggistici presenti sul territorio. Le modalità più frequenti sono la distribuzione di brochure sui beni monumentali e sulle bellezze naturali, realizzate dai volontari in servizio civile, l’istituzione di stand e punti informativi sulle attività di salvaguardia ambientale e culturale del territorio durante manifestazioni ed importanti eventi.




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Località di residenza: Silla di Sassano

MessaggioInviato: Lun Nov 21, 2005 5:50 pm    Oggetto: l'abuso nn molla.......... Rispondi con citazione

L'abuso non molla

Dossier di Legambiente sulle ecomafie. Crescono gli illeciti edilizi Gli ecodelitti Traffico di rifiuti, «archeomafia», cemento selvaggio: questi i delitti che feriscono l'ambiente
ANGELO MASTRANDREA,

Interrotto il «ciclo virtuoso» che aveva portato a una inversione di tendenza nella costruzione di edifici abusivi, in crescita sia il business delle ecomafie che il numero di clan malavitosi, che tornano a indirizzare la loro attenzione verso i settori tradizionali dell'ecomafia, dal cemento ai rifiuti, ma senza tralasciare le «nuove opportunità» fornite dall'emergenza mucca pazza e dalle bonifiche ambientali. Il tradizionale rapporto annuale di Legambiente sulle ecomafie, presentato ieri mattina a Roma, alterna «legittimi motivi di soddisfazione e preoccupazioni fortissime», come ha spiegato il presidente dell'associazione Ermete Realacci, che come deputato della Margherita ha già presentato alcuni progetti di legge che prevedono sanzioni contro chi saccheggia il patrimonio ambientale e che «introducono procedure e risorse adeguate per contrastare l'avanzata del cemento illegale». Ma la differenza rispetto allo scorso anno è che è cambiato lo scenario politico e con esso la percezione dei fenomeni di illegalità ambientale. E così ecco che, ad esempio, «in Sicilia si continua a parlare di sanatoria» e riprende vigore l'abusivismo. E, «più in generale, sul fronte delle grandi opere pubbliche non si può non evidenziare l'inganno della legge Lunardi, che non realizza opere utili ma apre tante strade ad appaltopoli», dice Realacci. In che modo? «Diventano meno vincolanti e trasparenti le procedure che portano alla realizzazione di un progetto, è fissata ampia libertà nell'affidamento dei lavori, senza limiti ai subappalti, alle varianti e agli aumenti di prezzo in corso d'opera, senza obblighi di gara per le autostrade». E ancora, Legambiente individua l'interruzione del «ciclo virtuoso» anche nello «sciagurato balletto» sull'articolo 71 della finanziaria (che, se fosse passato, avrebbe consentito la privatizzazione di spiagge e altre parti del demanio statale) e nelle «ipotesi condonatorie più o meno mascherate».

Ciononostante, si è riusciti a ottenere l'abbattimento di alcuni ecomostri, come il Villaggio Sindona sull'isola di Lampedusa e gli scheletri di Montecorice nel parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Abbattimenti che si sommano a quelli, negli anni passati, del Fuenti, in Costiera amalfitana, e delle costruzioni abusive sul litorale di Eboli, sempre nel salernitano. Ma tutto questo non basta, se la regione in cui si registra il maggior numero di infrazioni accertate è proprio la Campania, con 4.878 illeciti. E se la stessa regione detiene il primato anche per quanto riguarda le infrazioni relative al ciclo del cemento.

Il dossier di Legambiente analizza anche i nuovi scenari ecomafiosi, dal racket degli animali alla cosiddetta «archeomafia», vale a dire quelle organizzazioni criminali specializzate in traffici internazionali di reperti archeologici dall'Italia verso Inghilterra, Giappone e Stati uniti, passando per la Svizzera. Un altro settore molto ambito dalle ecomafie è quello dei rifiuti: nel nostro paese spariscono ogni anno almeno 11,6 tonnellate di rifiuti speciali, così tanti che, messi insieme, occuperebbero una superficie pari a quella di tre campi di calcio, per un'altezza di 1.150 metri.

Il problema, secondo gli ambientalisti, è che in Italia non esiste una normativa che prevede i delitti contro l'ambiente, che sono invece inseriti nel mandato di cattura europeo. Reati che dovrebbero entrare a far parte della normativa europea grazie a una proposta di direttiva della Commissione che sarà votata il mese prossimo dal Parlamento europeo, come ha ricordato Enrico Fontana, responsabile del settore ambiente e legalità dell'associazione ambientalista.

In tutto, sono stati 31.201 gli illeciti ambientali accertati dalle forze dell'ordine nel 2001, 25.980 le persone denunciate e 8.273 i sequestri effettuati. Oltre la metà di questi illeciti è concentrata al sud, nelle regioni a più alta densità mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). Un capitolo a parte viene invece dedicato ai lavori dell'Alta velocità, in particolari a quelli in corso nel Mugello, dove Legambiente sta conducendo una battaglia insieme ad altre associazioni e comitati locali.
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kosmos
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MessaggioInviato: Dom Nov 27, 2005 4:58 pm    Oggetto: Ma i rifiuti non arrivanano mica dal celo Rispondi con citazione

- Che la criminalita su di questi rifiuti,e enorme va bene,pero nessuno si
chiede se questi rifiuti arrivano dal celo,io mi chiedo di quali sistemi,e con quali normi,viene controllato il traffico dei Tir sulle nostre autostrada,visto che ci sono tanti di quei casi,e visto che tutti lo sanno,perche non si

comincia ad essere piu prudenti,e controllare le merci che trasportano i Tir sia di giorno che di notte,io credo che usando queste norme,difficilmente si troverebbe qualcuno disposto a fare questi generi di lavori,ricordo che molti anni fa,i paesi venivano pattugliati di notte e di

giorno,ma da diversi anni quando mi trovo in ferie,in alcuni paesi del vallo,difficilmente mi capita di vedere di notte qualche pattuglia,ed avendo una zona come la nostra del tutta incontrollata,allora non ce da meravigliarsi,se ci succede di trovarci un giorno malati di

cancro...Cerchiamo di ragionare lucidamente....il malfattore che deve affettuare un misfatto,dovra studiare un suo piano speciale,e che questo piano gli funziona....quali sarebbero le tecniche da usare???

CARICARE QUESTO MATERIALE E SAPERE DOVE ANDARLO A BUTTARE SENZA CORRERE RISCHI -

Ecco la soluzione,che se noi oggi siamo infettati,e solo perche non ci siamo saputo,e non ci hanno protetto,adesso pero...come mai i nostri politici,non prendono delle preacuzioni in merito a questo fenomeno.....

uno e quello di sanare il nostro territorio,e l´altro di mettersi per bene in guardia,e dando parte al nuovo tribunale della comunita Europea,che tutti gli imprenditori che producono questo tipo di materiale,che dovrebbero provare con fatti e non con chiacchiere,dove vanno a finire i loro rifiuti

tossici,abbiamo oggi una comunita europea,dove Dio sa quanto ci ha costato farla e tenerla all´impiedi,si parte dal punto di vista,che questa merce,proviene dal nostro continente,e che sia bene adesso verificare le industrie e farsi dimostrare dove sono state deponute le loro scorie,i loro

rifiuti,e questo credo che la comunita del vallo di diano,dietro al disastro che si verifica, ha tutto il diritto di chiederlo,i comuni del vallo,sono coloro che devono rendere,le prove di un chiarimento ai propi cittadini,a loro sta proteggerci,informarci,farci capire in che condizione si trova oggi la zona dove viviamo,e che se per questi fenomeni di queste malattie,locali che

abbiamo,se i nostri due ospedali,siano attrezzati con competenza sufficiente,per poterci curare e darci delle terapie,questo sarebbe il minimo che ci fosse da fare al piu presto possibile -

Pero e anche vero che....dove non ce denunzia,non ci puo essere nessuno denunziato


Discutere e allargare una informazione non e un crimine
abbiamo tutti i sacro santo diritto,di sapere,e di fare qualcosa
piu presto si fa,e meno sono i disaggi,a noi,e a quelli che
vengono dopo di noi,ce da sentirsi responsabili,per non aver
saputo intuire per tempo cosa ci succedeva attorno,oggi ne siamo
colpevoli,e sta a noi dare il nostro contributo,per una purificazione
della nostra terra dove viviamo.-


Ce sempre una prima volta nella nostra vita
sia per ridere,che sia per piangere,piangere
per una vita intera,non e un´arte,piangere
per una notte intera,e il giorno dopo,farsi
che si seguono le tracce del misfatto,questa si
che e un´arte,morale e civile,all´occhio dell´umanita.-


A voi vanno i miei piu cari saluti.-

Arsenio il Pollese of Germany
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