SAN GIOVANNI A PIRO: USURA, SEQUESTRATI 700MILA EURO

Articolo tratto da: "Il Mattino"

Sigilli a case, terreni e conti correnti nella zona di S. Giovanni a Piro
Indagati per usura pluriaggravata ed esercizio abusivo di attività bancaria due persone.
Sequestrati beni mobili ed immobili per un valore di circa settecentomila euro. Si tratta di terreni, appartamenti, fabbricati commerciali che si trovano nei comuni di Sapri, Vibonati e San Giovanni a Piro.
Bloccati preventivamente anche due conti correnti bancari e uno postale del valore di circa diecimila euro. Il blitz è scattato ieri, messo a segno dai carabinieri e della guardia di finanza di Sapri, in esecuzione all’ordinanza disposta dal Tribunale del Riesame di Salerno che ha accolto l'appello della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania, contro l'ordinanza di rigetto del gip.
L’operazione nasce da una complessa attività di indagini (durata circa un anno), diretta dall'ex procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania, Alfredo Greco e coordinata dal sostituto procuratore Francesco Rotondo.
Indagini che avrebbero consentito di raccogliere gravi indizi a carico di un meccanico e di un disoccupato di San Giovanni a Piro. In pratica, i due presunti usurai, secondo i dati raccolti dai carabinieri e dai finanzieri cilentani, concedevano denaro a gente che non poteva ottenere prestiti dalla banche, facendosi firmare assegni posdatati anche di alcuni mesi. La restituzione del danaro avveniva mediante applicazione di tassi che superavano anche il 200 per cento. Un’attività illecita che avrebbe prodotto ingenti guadagni.
Così sono stati sequestrati preventivamente quarantacinque beni immobili: tra terreni uso agricolo, fabbricati uso abitativo e commerciale, per un complessivo valore di oltre 700mila euro e tre conti correnti per un ammontare di 10 mila euro complessivi.
Si tratta di beni mobili ed immobili riconducibili direttamente ed indirettamente, anche attraverso terze persone, ai due soggetti che avevano ramificato l’attività illecita in tutto il territorio del Golfo di Policastro e che potrebbero essere stati acquistati, appunto, attraverso il denaro illecitamente guadagnato. Le indagini proseguono: alcuni di questi beni potrebbero anche essere stati acquisiti togliendoli alle loro stesse vittime. Per il momento, comunque, si tratta soltanto di ipotesi.

Mario Fortunato
News pubblicata il 03-01-2009, letta 2405 volte
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